Nuovi studi sul nostro Ottocento
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“Il primo libro col quale esordii come studioso di storia culturale ottocentesca fu Classicismo i illuminismo nell’ottocento italiano. La prima edizione uscì nel lontano 1965, la seconda con una nuova prefazione e con un saggio in più nel 1969, essa ha continuato a pubblicarsi invariata fino alla quarta ristampa del 1988. Quel libro…. Ebbe successo, un successo, se è lecito dir così, più ‘liceale’ che ‘universitario’, poiché fu letto da molti giovanissimi… Gli Aspetti e figure della cultura ottocentesca (1980) sembrarono forse più faticosi a leggere, eppure… avrebbero dovuto non annoiare troppo e suscitare, com’era pienamente legittimo, discussioni anche vivaci… La mia posizione sul leopardi pensatore è stata da molto assimilata, interamente o quasi, a quella del Leopardi progressivo di Cesare Luporini (1947,1980,1993)… e dei saggi di Walter Binni da La nuova poetica leopardiana (1947) a La protesta di Leopardi (1982). Senza dubbio io – e non solo io – ho un debito fondamentale verso questi studiosi: senza di loro non avrei probabilmente scritto nulla sul pensiero leopardiano… Vorrei tuttavia evitare certi eccessivi schematismi, non certo per rivendicare con fatua presunzione una mia ‘originalità’ contro quei due studiosi maggiori di me, ma per un’esigenza di chiarimento verso i miei coetanei e soprattutto perso i più giovani che porteranno avanti gli studi leopardiani… molti studiosi saranno citati nel corso del presente volume, su altri mi sono soffermato, consentendo o dissentendo, in saggi precedenti. Anche sul giordani e sul Bini si troveranno in questo libro apporti nuovi e rettifiche di errori o lacune nei miei saggi precedenti… Sul purismo del padre Cesari e su i suoi rapporti con letterati suoi coetanei sono ritornato perché avevo molto da aggiungere, dopo gli studi di Maria Augusta Morelli e di Roberto Dissoni. E infine, dopo gli studi che dedicai nel 1984 al socialismo del de Amicis….spero che non dispiacerà al lettore trovare, in una redazione ampliata, un saggio sul tanto bistrattato Idioma gentile, sui limiti del manzonismo deamicisiano, sull’amore che il De Amicis ebbe per il Leopardi come maestro di stile sulle Pagine postume”. (dalla Prefazione) |
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