Francesco Gioli
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Francesco Gioli (1846-1922) allievo di Annibale Marianini, Antonio Miseri e Enrico Pollastrini esordisce nei circuiti artistici ufficiali don “Carlo Emanuele di Savoia che scaccia l’ambasciatore spagnolo” (1868), opera premiata e immediatamente assurta agli onori della critica. La personale formula di “realismo espressivo” adottata da Gioli conquisterà la critica al punto da essere classificato da Yorick nella duplice veste di ‘pittore poeta’ e artista ‘ricercatore del vero’. Si tratta di una stagione carica di implicazioni culturali ed estetiche in Toscana, che si protrae dalla fine degli anni ottanta fino al primo decennio del Novecento, contrassegnata da “La festa dell’arte e dei Fiori” a Firenze nel 1896-1897. Il successo di quell’occasione gli garantirà l’epiteto di “uno dei più forti campioni della scuola toscana”, conferitogli da Ugo Martini. Tale fortuna culmina nella mostra personale alla biennale di Venezia del 1914, dove introduce in catalogo la sua molteplice produzione. |
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