Uomo d'orti

A  breve distanza dalla raccolta di Anch'io pruno -  che tanto piacque ai buoni lettori, ed ebbe solenne riconoscimento al premio di Viareggio 1960 - Leopoldo Baroni si presenta con questo nuovo libro di liriche.

La scelta anche adesso comprende versi dettati in lungo arco di decenni. Ma il criterio è diverso: Anch'io pruno era regolato da unità di forme, di gusti, di ideali; Uomo d'orti, al contrario, è la modulata rassegna di una non breve carriera artistica. Vi troviamo perciò i suoni e i colori del tempo su un'ispirazione tanto sensibile da rivelarsi in qualche caso precorritrice nelle metamorfosi del gusto. E se questa dote - pur rara e invidiabile - può sfuggire a una lettura non particolarmente sottile, evidentissima appare, invece, quella che forse è la più ricca e bella del Baroni: la dote di infondere nell'agile strumento espressivo il timbro costante della commozione. Sì che nel mutare degli accenti, nella spontanea versatilità delle immagini, delle variazioni degli schemi  chiusi e aperti, non c'è mai puro e semplice giuoco stilistico. Tutto  si ricompone in superiore equilibrio di umanità, di affetti, di umile e disinteressata fedeltà a uneccezionale mondo poetico.