Il pensiero di Alain
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"Questo Libro, che presento al lettore, sia pure con modifiche e aggiunte di altri scritti, è il mio primo e più vecchio libro. Eppure oggi, a rispogliarne le pagine, mi sembra il più recente, sempre vivo nel mio spirito…. Cosa può dirci ancora oggi Alain, in un mondo così diverso da quello in cui egli ha scritto e vissuto? Per quanto riguarda la sua estetica e la sua morale, potremo sempre tornarvi con giovamento, come di torna ai grandi moralisti di ogni tempo. Ma, per quanto riguarda il mondo in cui visse e scrisse – almeno fino a quando durò la sua prima rivolta attiva, il panorama profondamente diverso che ci troviamo sotto gli occhi, potrà disorientarci. Il mondo definitivamente massificato, la scomparsa, nella maggior parte dei pesi, del collegio uninominale, l’economia di mercato portata su scala internazionale, sono tutti fatti che non sapremmo più tradurre nel linguaggio di Alain. Eppure, all’indomani della morte, in cui già si era iniziata pienamente questa evoluzione, Maurice Nadeau non riteneva ancora che si potesse pensare ad Alain soltanto come ad uno scrittore definitivamente inquadrato nel suo momento storico, ad un campione di lotte trapassate, chiuso ormai senza riparo nel blocco dell’ieri. Nadeau presagiva invece l’incombenza di un tempo, già virtualmente presente nello stesso nostro tempo, in cui la modesta rivolta individualistica di Alain, riveleranno la loro segreta attualità e si coloreranno magari di eroico. Questo diceva Nadeau negli anni cinquanta. Potrebbe avere ragione anche domani? Noi non possiamo dire, se non nel senso che i grandi pensieri vivono in una luce d’eterno, così come sono sempre attuali le conclusioni della Repubblica di Platone” ( Sergio Solmi – dalla Prefazione) |
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