Scuola, cultura politica da De Sanctis a Gentile
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In questo volume sono raccolti alcuni saggi di storia della scuola, di quella secondaria in particolare, midollo della coscienza nazionale, secondo Alceste de Lollis. Nell’introduzione si propongono metodi e campi di ricerca che, anche attraverso l’uso delle carte d’archivio, liberino questi studi da quel carattere di “disincarnata storia delle idee” di cui Garin ha sottolineato i guasti. Le parole di De Sanctis “Le scuole vengono ultime nel movimento della civiltà”, poste come motto all’introduzione, esprimono la fatica con cui i mutamenti sociali e culturali si traducono in patrimonio nel sistema scolastico. Questo processo è qui colto attraverso l’opera di alcuni intellettuali vissuti tra otto e novecento: da De Sanctis a gentile, da Ascoli a Pasquali. Particolare attenzione è dedicata ad alcuni nodi: la questione della lingua, terreno di verifica del mutare dei rapporti tra governanti e governati, attraverso la determinazione dei canoni linguistici della scuola; gli studi classici, incerti tra retorica, approccio alle nuove scienze, spinte utilitarie; l’oscillare tra boria del primato e l’imitazione dei modelli francesi e prussiani; il dramma della riforma Gentile, ambigua fra rigore della cultura e strumento di regime, fonte di grandi speranze e di amare delusioni. In appendice si ristampa un testo poco noto di Ascoli sull’uso della grammatica nelle scuole rurali; alcuni addenda offrono qualche aggiornamento bibliografico e qualche ulteriore riflessione. |
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.