Definizione dell'utopia e morte del senso della tragedia
|
€ 10,00
EUR
Spedito in 5 giorni
|
Descrizione Inserisci un commento |
Due saggi, già pubblicati nel 1946 e 1947; il primo (Definizione dell’utopia), dettato dal riconoscimento del paradossale trionfo dell’astrazione utopica in una realtà sociale quale quella del nostro tempo, non parla delle opere complete se non per incidenza, è proprio perché l’idea d’utopia s’atteggia a creazione letteraria anche prima d’esprimersi, o senza esprimersi, in libri di utopie. Analogamente, se il secondo scritto (Morte nel senso della tragedia), dettato dalla convinzione che il pathos eccessivo ed estremo della nostra esperienza storica non ne consente per un altro paradosso la rappresentazione in termini tragici, si svolge tuttavia in un esame non sempre sintetico dell’antico e del moderno genere tragico, è proprio perché il suo compito è dimostrare ad absurdum come in determinate condizioni culturali, un tradizionale modello ideale sopravviva soltanto a guisa di archetipo informe. L’unica conclusione che si può trarre da questa duplice disamina è la reciprocità dei due termini messi a confronto in un rapporto rispettivo di presenza e di assenza: è infatti nella logica delle cose che una società tentata dalle seducenti e perigliose promesse dell’utopia tenda a respingere i nobili e virili moniti della tragedia. |
Prima di essere pubblicato, dovrà essere approvato dalla redazione.