Strade ferrate
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Una tradizione culturale assai consistente ha rappresentato, per tutto l’Ottocento e ancora nel Novecento,la macchina del treno, i binari dritti della ferrovia, i tunnel, i ponti, le stazioni fumanti come una novità ostile e minacciosa nel nuovo paesaggio sociale, un elemento di squilibrio, di accelerazione forzata, di scombussolamento per la vita esteriore e interiore dell’uomo. Un’altra tradizione, alternativa e contrapposta alla prima, ha invece rappresentato il treno come simbolo del progresso, del cammino ormai diritto e accelerato delle società umane, con l’aiuto della tecnologia, verso le nuove frontiere e conquiste della modernità. Con il passre degli anni si è registrato un graduale addomesticamento della sensibilità collettiva di fronte al nuovo paesaggio industriale e ferroviario. La letteratura ne ha accolto e rappresentato le contraddizioni, si è posta come luogo della mediazione e del compromesso, ha svolto una funzione di scavo e conoscenza di un reale considerato perturbante, ma anche una funzione di sublimazione consolatoria, di addolcimento estetico, di ricordo nostalgico, di esperienze e sconvolgimenti. Opere letterarie di ogni genere, dal racconto infantile e fiabesco al romanzo realistico o sperimentale, hanno creato9, partendo all’esperienza ferroviaria, campi semantici e metaforici nuovi, nuovi procedimenti narrativi. La fitta presenza, nella letteratura della modernità, di temi e situazioni ferroviarie – dall’arrivo ella ferrovia in una società tradizionale al viaggio individuale e collettivo, dall’incontro in uno scompartimento alla notte passata in vagone letto, dall’amore al delitto – dimostra che l’interesse degli scrittori per questo tipo di storie non fu mai casuale e fu anzi intenso e ossessivo. |
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