La cenere dei sogni
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I cinque saggi che si raccolgono in questo volume, anche se scritti in epoche diverse e con intenti diversi, costituiscono un’opera unitaria intorno ai motivi e ai caratteri fondamentali dell’arte di Gabriele D’Annunzio. E in effetti, sia affrontando la ricostruzione del complesso arco dell’attività dannunziana, sia esaminando la struttura e lo stile di una singola opera o le vicende del dibattito critico, al centro di queste pagine è sempre il problema della interpretazione globale dell’opera di D’Annunzio. In questa prospettiva, giovandosi degli apporti critici e filologici egli ultimi anni che hanno avviato una attenta revisione di posizioni ormai consacrate, il libro di Luti stabilisce un originale bilancio storico e una nuova valutazione della interdipendenza tra “gesto letterario” e reperto stilistico. Così l’influenza di D’Annunzio sulla letteratura del Novecento italiano risulta da queste pagine prevalentemente orientata verso l’utilizzazione di una privata e logorante lezione di stile, mentre dalla strumentalizzazione dei miti superomistici deriva la testimonianza della crisi profonda della vita italiana nel passaggio tra i due secoli, di quella attitudine retorica a risolvere nel “gesto letterario” i problemi più urgenti che la trasformazione della società europea aveva posto di fronte alla coscienza borghese. Ciò resta dei sogni e dei miti dannunziani al di là della tensione stilistica, altro non che cenere, la cenere di un grande incendio che investe l’intera Europa e ne distrugge inesorabilmente le vecchie strutture.lIl primo dei saggi, che appunto s’intitola La cenere dei sogni (secondo una profetica illuminazione della Laus Vitae), stabilisce, lungo il duplice registro della connotazione stilistica e della valutazione storica, un profilo complessivo della vita e dell’opera di D’Annunzio. Col secondo saggio l’indagine si sposta all’interno dell’Alcyone per individuarvi il metodo di lavoro e i procedimenti strutturali e stilistici che caratterizzano la tecnica dannunziana. Alla storia della critica, con particolare riferimento agli ultimi anni, è dedicato il terzo scritto, al quale fanno seguito la pubblicazione di un gruppo di lettere e un rapido sondaggio dei rapporti che intercorrono tra il linguaggio dannunziano e quello di Federigo Tozzi. |
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