Storia di Sibilla
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Questo saggio ripropone con distaccato rigore, una figura, Sibilla Aleramo, che difficilmente trova posto nelle nostre storie letterarie, a cui vale la pena di rivendicare qualità e connotati in grado di ottenere largo riscontro nella cultura italiana del Novecento. E’ quanto persegue la serrata analisi della Guerricchio, che attraverso l’impostazione biografica rende omaggio, e simultaneamente diseroicizza, un rapporto arte-vita considerato quale tratto emblematico della fisionomia umana e artistica dell’Aleramo. Un rapporto destinato a essere croce e delizia di una vocazione indiscutibile ma sempre contrastata da un eccesso di motivazioni esistenziali. Due le componenti di fondo che il saggio mette in luce nella personalità di Sibilla: la prima, di ascendenza positivista e umanitaria, valida a orientare posizioni e scelte ideologiche che coincisero con una fede socialista e una militanza femminista di cui, con dovizia di riferimenti storici, vengono analizzati circostanze e sviluppi; la seconda, di natura in largo senso decadente, relativa soprattutto al ”personaggio”, che l’Aleramo ebbe cura di creare nella vita e restituire nell’arte con inesausta volontà di automitificazione. L’intrecciarsi o il divaricarsi di questi due aspetti è la cifra interpretativa di questa “storia di Sibilla”, quanto mai fitta e intricata, legata a personalità ed esperienze culturali tra le più rappresentative del nostro novecento. Ne forniscono ampia documentazione i materiali epistolari, la più parte inediti, che quasi sempre coinvolgono illustri corrispondenti, costituendo insieme l’allegato più aderente al citato connubio vita-arte. D’altro canto l’esame accurato dei testi di più ortodossa produzione, illumina una zona operativa che pur qualificandosi come “minore”, contribuisce ulteriormente a una storia della letteratura novecentesca.Ma anche quell’alone di più frivola e profana notorietà, attinente a un mito di sé imperterrito seppure largamente autorizzato dai tempi, vuole essere ribadito: poiché in un panorama storico-letterario come il nostro, decisamente disertato da personalità di questo genere, altrove reperibili e debitamente illustrate, la figura dell’Aleramo può trovare giusta collocazione, certo in tutti i suoi limiti, ma anche tenendo conto di un repertorio di singolarità degne di esercizio critico quanto di memoria storica. |
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