La bacchetta spezzata
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“Il titolo per uno scritto – o un libro – ci perseguita per anni. Lo si porta addosso come una minaccia, un punto finale, o anche una civetteria, un capriccio. Scattò all’improvviso, d’inverno, a Firenze. Si era usciti con Alberto Mondatori da una trattoria in Borgo Ognissanti – il “Giovannino” di allora -, di primo pomeriggio, andando verso la Vigna nuova, non più di due mesi prima che Alberto morisse. Il titolo per un capitolo teorico-memorialistico-episodico, sulla propria vita di ‘direttore d’orchestra’. Un capitolo difficile, appunto persecutorio, sempre rinviato. Iniziarlo avrebbe forse voluto dire lasciarlo andare per suo conto, allo sbando, tra schegge e frammenti: lacerti autobiografici, col rischio, su un lato, del memorialismo abusato, ormai logoro, e sull’altro le probabili teorizzazioni scarsamente autorizzate. Di qui, allora, le dubbiosità, i rinvii, le pigrizie irritate. E sempre la domanda: vale la pena? È necessario?…. “I direttori non si confessano”, ho scritto una volta. Ma la verità nuda la svelano forse i diaristi o memorialisti ‘storici’, quando sembrano rivelare i più crudi segreti? Coscienti o inconsapevoli, quanto rimane celato a loro stessi, quanto distorto, mistificato nella scrittura? La bacchetta, si la bacchetta la spezziamo più volte, nella coscienza, nello scatto volontario, per nevrosi e insoddisfazione. Nel ’privato’ il gesto scatta per la fase studiosa, per le intermittenze della pratica. Ed ecco, insieme, il tentativo memorialistico o teorico è già estinto. Rimane l’ignoto di un gesto futuro – non si sa quando, insieme all’ignoto della vita - scatterà la chiusura un attimo tracciato nell’aria, il crepitio secco di un legno che viene spezzato. Cosa sarà rimasto di un lungo percorso sempre sperimentatore? Le sezioni da richiamare sarebbero folte, cumulare o solitarie, esposte in pubblico e serrate negli studi…Una propria storia resta affondata nel pozzo del passato, in reticoli non più districabili. Rimane un titolo a galleggiare sui relitti, senza più seguiti dimostrativi; indicatore di qualche cosa che avrebbe potuto accadere e non accade. Ingombro inquietante, occorreva sbarazzarsene senza altri indugi”. (Gianandrea Gavazzeni – dalla Premessa). |
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