Cultura letteraria e società civile nell'Italia unita
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I saggi che compongono questo volume abbracciano in senso cronologico mezzo secolo di storia della cultura italiana, dall’unità fino alla guerra di Libia. Al centro ella ricerca è il rapporto fra ideologie sociali e scelte letterarie, investigato sia nelle opere poetiche o narrative dell’epoca, sia e forse soprattutto sulle pagine dei giornali, dove maggiormente si sperimentava e talvolta si bruciava la volontà dell’intervento diretto dell’intellettuale entro l’organizzazione sociale e civile. In questo senso, il concetto storiografico di Italia postunitaria identifica oltre che un territorio anche un atteggiamento culturale e di gusto. Al suo interno, la generazione di chi aveva partecipato al moto indipendentistico passò le consegne ai giovani che, divenuti adulti a Risorgimento concluso, avrebbero faticato non poco a trovare un percorso praticabile anche in letteratura, un metodo valido per ‘leggere’ il presente, strumenti di elaborazione intellettuale non solo nostalgici. Una generazione di ribelli, in gran parte, molti dei quali tentarono il difficile passo verso la ‘rivoluzione’; o che, anni dopo, tentarono di impostare diversamente, in senso riformistico e in alcuni decisamente reazionario, il problema del nesso fra impegno letterario e vita o società civile. I saggi qui riuniti affrontano proprio questo problema, e mettono in luce il punto di crisi, la linea di frattura di quell’intervento e di quell’impegno. I settori in cui la ricerca si muove sono fra quelli meno noti, e talvolta inediti, della storia della cultura postunitaria, dalla novellistica semipopolare alla narrativa di consumo al giornalismo politico. In particolare, i saggi dedicati all’elaborazione critica e letteraria quale appare sul quotidiano del partito socialista fra ottocento e Novecento |
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