Stagioni della civiltà estense
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Interamente dedicato alla letteratura ferrarese del Rinascimento, questo volume si propone di seguirne il percorso non nell'angustia di una visione municipalistica ma con l'occhio attento alla mobilità, alla forza di diffusione e alla vivacità dialettica della cultura di corte quattro-cinquecentesca, insistendo sui momenti di maggiore coscienza intellettuale, ora esplicita, ora dissimulat, della città e dei suoi scrittori. Così si sofferma sul valore inaugurale della nuova cultura estense rivestito dall'Orlando innamorato; mette a fuoco il difficoltoso riattivarsi delle macchine cavalleresche nel Furioso dopo la crisi post-boiardesca; dedica attenzione inusitata ai rovelli teorici del Giraldi Cinzio, identificato come il più convinto e animoso stratega del 'primato' ferrarese intorno agli anni quaranta; insegue la dissoluzione del romanzo cortese, dei suoi meccanismi narrativi e della sua ideologia, nella tormentata favola della Liberata. Pur applicandosi di preferenza ad un rilevamento delle tecniche costitutive dei testi, assistito ove possibile dalla riflessione teorica che li accompagnò, l'autore intende tuttavia profilare in questi saggi una vera 'storia' della civiltà letteraria estense: una storia decifrata all'interno delle opere via via prese in esame e degli istituti retorico-formali dei vari generi letterari, mantenendo però ovunque aperto un allusivo e dialettico rapporto con l'accidentato diagramma degli eventi del secolo, e con l'inquieto evolversi della ragione e della sensibilità cinquecentesca. |
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