La ragione letteraria
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Questo volume pende in esame la cronistoria del primo Vittoriani, e la interpreta storicamente attraverso i testi letterari, visti quali organismi che saldano in un tutt’uno ideologia e impianto compositivo. Ricercando nella narrativa lo stesso engagement che nelle consuete operazioni critiche è per lo più rintracciato negli scritti meramente politici, l’analisi dei testi giunge qui a una lettura che esce dai ‘luoghi’ dello scrittore di solito celebrati. E’ un viaggio, quello sui testi, che sullo sfondo geografico e culturale di Firenze, percorre l’arco temporale dal 1927 al 1935 e ne coglie la costante nella ricerca del romanzo; dai primi abbozzi (il progetto incompiuto di Re Giampiero) fino alla prima attuazione. Ed il cammino in cui il saggio accompagna lo scrittore, trova poi nell’Appendice un utile complemento che contribuisce a riordinare gli articoli e le note varie relative agli anni che qui interessano. Se la forma romanzesca si configura come il principale obbiettivo letterario delle ambizioni ideologiche di Vittoriani, proprio rispetto a questo traguardo il bilancio risulta fallimentare. La tecnica costruttiva aridamente dualistica con cui si organizza la pagina svela la fragilità pseudoproblematica dell’ideologia, e la liricità che vi si accampa come valore, coniugata al vitalismo dei temi, tra cui soprattutto quello della giovinezza, dimostra l’incapacità di Vittoriani a reggere una composizione di vasto respiro, insieme a quella storica degli scrittori disabituati ad essa da canoni vociani e post-vociani. La strada al romanzo di Vittorini viene dunque a definirsi al di fuori della concomitante e faticata rinascita del genere, e della parallela riscoperta dei grandi modelli del naturalismo. |
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